giovedì 2 marzo 2017

David Maria Turoldo: l'uomo, il profeta, il testimone



«Attingere alla figura dei testimoni per dare alla vita cristiana stimolo, slancio e coerenza. La fede è chiamata a superare il rischio delle cose futili per alimentare una vita capace di andare oltre alle preoccupazioni legate al quotidiano per costruire il Regno di Dio». Con queste parole il parroco di Fara San Marino, don Emiliano Straccini, ha,
attraverso l’omelia tenuta nella celebrazione dell’VIII domenica del Tempo Ordinario, introdotto le molte persone convenute nella Chiesa di San Remigio alla partecipazione all’incontro con la ricercatrice e professoressa Mariangela Maraviglia, autrice del poderoso volume “David Maria Turoldo. La vita, la testimonianza (1916-1992)”, edito dalla Morcelliana. Un incontro, quello con la professoressa toscana Maraviglia, assai atteso in quanto inserito all’interno dei “Dialoghi della Badia” ma soprattutto tappa profetica e significativa dell’Anno Giubilare di S. Martino di Tour, che la comunità farese sta celebrando in questo anno di grazia.

Un incontro profetico, dicevamo, in quanto, sottolineava nella Messa don Emiliano, «la grande povertà del tempo attuale sta nel voler disincarnare il culto dall’impegno, la fede dalle scelte operate nella vita personale e quotidiana. Ogni giorno il Signore è con noi nelle nostre fatiche. Adorare Dio vuol dire riconoscere che Lui è Signore della nostra esistenza, sostegno delle nostre ginocchia vacillanti, affinché si possa passare dalla “paura per il domani ai giorni del rischio”, come padre Turoldo amava dire».

Ad animare la celebrazione eucaristica e successivamente l’incontro nel quale è stato presentato lo studio di dottorato della ricercatrice Mariangela Maraviglia è stato il coro guidato dal maestro Natale Sabrina, il quale ha saputo attraverso la musica creare il clima necessario di ascolto e riflessione sia della Parola di Dio sia delle parole di Turoldo, le quali hanno riecheggiato nello splendido sfondo dell’affresco absidale della Chiesa di San Remigio.

Ad introdurre alla folla interessata dei presenti la figura di quella “coscienza inquieta della Chiesa” che ha attraversato da protagonista il Novecento, interessandosi di ogni ambito del sapere e delle arti umani, è stato il professor Riccardo Beltrami, docente di religione cattolica presso la Scuola Secondaria Inferiore di Casoli e di Sant’Eusanio. Il professore, ripercorrendo la vita di padre Turoldo, ha evidenziato come egli abbia avuto una personalità davvero poliedrica, capace di intrecciare, in maniera tutt’altro che superficiale, molteplici relazioni con vari esponenti dell’ambiente culturale, politico, religioso e sociale della sua epoca, da Bontadini ad Apollonio, da don Zeno a monsignor Loris Capovilla fino al regista Pier Paolo Pasolini. Un grande comunicatore, Turoldo, loquace ed onnipresente, con la sua instancabile voglia di esserci per porsi al servizio dell’essere umano senza risparmiarsi mai. Il voler penetrare il mistero della persona umana, soprattutto in difesa dei poveri e degli ultimi, ha portato Turoldo a cavalcare in pochi decenni l’onda della ricerca filosofica, della stampa, dell’arte, della poesia e persino della regia cinematografica. Il suo obiettivo, quello di ridare al mondo del dopoguerra quella “misura umana” che purtroppo si era perduta a causa di umane atrocità. In tutto ciò centrale per lui diveniva il ruolo della fede, sempre da proporre e mai da imporre, e della Chiesa, chiamata ad accogliere l’essere umano peccatore e a farsi portavoce di una autentica “religione dell’amicizia”, che nessuno esclude ma tutti coinvolge riportando ognuno all’essenziale.

Il professore ha ringraziato, alla fine del suo intervento, Mariangela Maraviglia per aver avuto la bontà di studiare la persona di David Maria Turoldo, senza risparmiarsi la fatica di ricercare le fonti storiche e di tessere le fila delle molteplici relazioni allacciate dal religioso, al fine di ridare dignità alla sua figura, ripulendola da ogni ingiusto pregiudizio. L’Autrice, infatti, ha mostrato ai presenti con appassionate parole come Turoldo sia stato un uomo di Dio di grande generosità e come abbia partecipato alle speranze del dopoguerra credendo in una società giusta ed avviando lui stesso processi di giustizia aprendo strade chiamate a divenire “storia”. Un’avventura, quella di Turoldo, che la dottoressa Maraviglia ha detto esser divenuta anche la sua avventura e che, pagina dopo pagina, spera che diventi anche l’avventura di ogni lettore del suo studio, in special modo in un’epoca da molti chiamata delle “passioni tristi”, come quella che stiamo vivendo ora, nella quale veramente Turoldo può divenire «una risorsa di persuasione, di coraggio, di perseguimento del bene».