martedì 30 giugno 2015

Etty Hillesum e Pavel Florenskij: due angeli buoni all'inferno

È stato presentato il 26 giugno all’Auditorium dei Poveri di Rieti «Incontrare Dio all’inferno». Il volume di Riccardo Beltrami introduce alle vicende di Etty Hillesum e Pavel Florenskij: la prima, Etty, ebrea, studiosa, in ricerca, verrà internata in un campo di concentramento e avrà sentimenti buoni persino per i suoi aguzzini e lui, Pavel, matematico, accademico, dapprima agnostico, teologo e pope ortodosso, subirà la persecuzione del regime comunista.
Entrambi hanno in comune una forte spiritualità, una grande confidenza con il Vangelo, con la persona di Gesù; hanno un grande amore per la vita, anche in condizioni disumane. Ma la loro ricerca interiore non sarà mai disgiunta da una serrata, razionale e profondamente culturale ricerca intellettuale.
Frontiera

sabato 27 giugno 2015

Chi porta chi

Volevo condividere con tutti voi questa bellissima poesia, donatami da una mia collega dopo aver parlato insieme della fugura di Etty Hillesum e Pavel Florenskij. E' davvero bella!!!
 
 
CHI PORTA CHI

E’ solo con il tempo che avverti

Nuove ed eterne Verità:

Sono io persona luogotenente di Dio?

Porto in me la Vita in abbondanza

e porto dentro una Presenza.

Oh, se solo potessi spiegare:

Ti supera in conoscenza

e ti previene nella benevolenza.

Ti fa da scudo a tempo opportuno

Non ti induce all’inganno di nessuno.

Se dopo aver gustato la sua dolce compagnia,

potrai banalizzare per un poco…

Vorresti anche lasciarLo andare per la via…

Non sei capace più di farlo.

E’ vivamente unito a Te.

Tu dici: Questa Presenza mi pesa,

Ma no, mi rende leggera e mi ridona forza.

Mi illumina da ogni parte, dentro e fuori.

Allo spavento del non senso mi previene.

Alla sfiducia di guardare al futuro,

mi dice: “vivi in pienezza l’attimo presente!”

Mi segue ovunque, avverto il Suo respiro,

e il Suo gioioso camminare insieme a me.

Dove il mio sguardo si fermerebbe, ho il Suo.

Sì. Il Suo Sguardo è qui, mi rende lungimirante.

Quando rivolgo una parola,

E’ spesso la Sua che regge la mia.

E l’addolcisce, la purifica da scorie inutili

e la raffina finché col suono della voce

la fa emergere in tutta la sua verità.

E’ attentissimo, a parlarmi, mai offensivo.

Negli attimi d’impazienza mi provoca a trattenermi,

Mi riempie di uno spazio tutto nuovo

Per ritrovare bellezza e vita dentro me.

Mi affido a Questa Nobile Presenza.

La porto in me, comunque e ovunque.

Mi affido alla Sua Parola per aver stabilità.

Questa mi orienta per avanzare nella Vita.

Ma allora sono io che porto la Parola,

o forse è più vero che la Parola porta me?

Sussulto nel peso della domanda:

CHI PORTA CHI?

                                       Sr Tereza Ciobanu

lunedì 15 giugno 2015

NOVITA'

A breve uscirà il mio nuovo saggio

UN CUORE TRABOCCANTE DI GIOIA
 
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domenica 7 giugno 2015

La preghiera dei salmi in Etty Hillesum

Gli ultimi istanti che conosciamo della vita di Etty Hillesum, ci permettono di mostrare quale importanza lei avesse dato alla preghiera dei salmi. In una delle sue ultime lettere, datata 1 settembre 1943, a pochissimi giorni dalla sua deportazione ad Auschwitz la giovane ebrea definisce i salmi un qualcosa di veramente splendido.
Nel salire, infine, sul treno, il 7 settembre 1943, Etty apre a caso la sua Bibbia leggendovi una frase per lei molto importante: "Il Signore è il mio alto ricetto". Non troviamo queste precise parole nella Sacra Scrittura. Il termine "ricetto", indicante ospitalità, non è mai presente nelle pagine sacre. Forse la Hillesum non ha riportato in quel suo ultimo biglietto letteralmente ciò che ha letto, ma ha forse fatto una sintesi del suo incontro con Dio. Ricetto potrebbe indicare così "riparo", che compare 6 volte nel Salterio, o addirittura "rifugio", che ne compare ben 29 volte.
Etty con i Salmi prega Dio, ma chi è Dio per lei?
Per la Hillesum egli è una realtà interiore, che abita in fondo al pozzo del suo animo. Una realtà interiore di cui Dio è solo un nome convenzionale e con la quale Etty è entrata in contatto a partire dalla mezz'ora di silenzio che lei ogni mattina faceva per ripulire il suo animo dalle "ragnatele". Dio è colui che le ha fatto scoprire, anche grazie all'operato del suo terapeuta Julius Spier, di essere un prodigio, proprio nel momento in cui si sentiva una "moribonda legata a mezzo chilo di aspirine al mese".
Pregare Dio, quale senso possiede in un campo di smistamento in attesa della soluzione finale?
Per Etty il pregare non è un atto di magia, in quanto si rivolge a un Essere che non può cambiare la storia. Dio, secondo lei, può sostenere e rafforzare. Pregando per gli altri scopriamo, allora, che è una cosa fondamentale perchè chi si trova in difficoltà, possa confidare in Dio e riporre in lui la sua forza. Pregare perchè nessuno ha dei nervi di acciaio, ma ognuno deve guardare con concretezza la realtà che ci circonda.
Il testamento di Etty
I Salmi hanno condotto la Hillesum ad un cammino di grande umanizzazione progressiva. Lei riesce così a perdonare le guardie naziste, a non rimanere nella comodità dei consigli nazionali ebraici per recarsi a servire i suoi connazionali. Etty sceglie di essere il balsamo per molte ferite, e per questo grida con forza il suo "voler esserci". Lei non vuole salvare se stessa, ma vuole offrire se stessa per dare un senso nuovo alle cose. E' ciò che scrive in una lettera del dicembre 1942 e che con l'aiuto di Dio cercheerà di portare avanti fino alla fine della sua vita.