Si sacrifica l'essenza della fede ogni volta che si smarrisce la convinzione razionale del suo fondamento. La fede viene così ridotta ad essere una cieca credulità (Wolfhart Pannenberg)
venerdì 10 luglio 2015
NOVITA': Un cuore traboccante di gioia
Carissimi..oggi esce in libreria il mio nuovo piccolo saggio
UN CUORE TRABOCCANTE DI GIOIA, Kion Editrice
Non perdetelo, abbiamo tutti bisogno di ricevere gioia e di donare gioia per dare veramente senso alla nostra esistenza e lasciare un'impronta di speranza alle nuove generazioni.
Complimenti al professore Beltrami per avere “ri-scoperto” il tema della gioia di cui poco si parla come si trattasi quasi di un tabù. Essa tuttavia costituisce una dimensione inalienabile della vita. Perciò, benvenuto questo libro!!! Incoraggio peraltro all'autore a NON MOLLARE questo tema ma ad approfondirlo nei suoi prossimi scritti diretto a persone vicine alla chiesa ma non solo... C'è tanto bisogno. Sento che la gioia sia oggi la grande assente, il personaggio non invitato a questa multiforme realtà post-moderna in cui siamo immersi. Si ascolta spesso: “la vita è una grande fregatura... tu, ancora non lo hai capito?” Guardini diceva che questa “tristezza esistenziale” era dovuta al fatto che la sorgente della gioia _Dio- era stato trascurata: la fontana era sommersa, sepolta all'interno dell'uomo. Risulta quindi necessario ricuperare, come compito personale e comunitario, questo desiderio dell'infinito, questa ansia mistica, questa “voglia matta” di rivedere il suo volto, unito però ad un serio impegno per la giustizia sociale: “è il Signore!” esclamava con stupore Giovanni, dopo aver riconosciuto Gesù risorto...
Vorrei ora sottolineare 3 passaggi del libro che mi hanno colpito: A pg 21, la citazione di Guardini che distingue fra un cuore allegro-rumoroso ed uno lieto-gioioso-rasserenato che non dipende dal successo né dalla riconoscenza sociale. Penso che fra queste Lettere sulla autoformazione scritte quasi 50 anni fa, la lettera sulla gioia sia quella più riuscita. A pg 29, le categorie di consumismo spirituale, individualismo morboso, spiritualità del benessere, teologia della prosperità, ricerca immanentista senza impegni fraterni, categorie con cui Francesco nella sua enciclica (cf EG 90) descrive il fenomeno delle nuove religioni orientaliste. Penso tuttavia che queste categorie possono servire pure a noi, laici cristiani, per una lucida autocritica... Infine a pg 75-76, la citazione di Cencini il quale sostiene che per conoscere il cuore di un uomo basta soltanto sapere che cosa lo fa o lo farebbe gioire.
Complimenti al professore Beltrami per avere “ri-scoperto” il tema della gioia di cui poco si parla come si trattasi quasi di un tabù. Essa tuttavia costituisce una dimensione inalienabile della vita. Perciò, benvenuto questo libro!!! Incoraggio peraltro all'autore a NON MOLLARE questo tema ma ad approfondirlo nei suoi prossimi scritti diretto a persone vicine alla chiesa ma non solo... C'è tanto bisogno.
RispondiEliminaSento che la gioia sia oggi la grande assente, il personaggio non invitato a questa multiforme realtà post-moderna in cui siamo immersi.
Si ascolta spesso: “la vita è una grande fregatura... tu, ancora non lo hai capito?” Guardini diceva che questa “tristezza esistenziale” era dovuta al fatto che la sorgente della gioia _Dio- era stato trascurata: la fontana era sommersa, sepolta all'interno dell'uomo.
Risulta quindi necessario ricuperare, come compito personale e comunitario, questo desiderio dell'infinito, questa ansia mistica, questa “voglia matta” di rivedere il suo volto, unito però ad un serio impegno per la giustizia sociale: “è il Signore!” esclamava con stupore Giovanni, dopo aver riconosciuto Gesù risorto...
Vorrei ora sottolineare 3 passaggi del libro che mi hanno colpito:
RispondiEliminaA pg 21, la citazione di Guardini che distingue fra un cuore allegro-rumoroso ed uno lieto-gioioso-rasserenato che non dipende dal successo né dalla riconoscenza sociale. Penso che fra queste Lettere sulla autoformazione scritte quasi 50 anni fa, la lettera sulla gioia sia quella più riuscita.
A pg 29, le categorie di consumismo spirituale, individualismo morboso, spiritualità del benessere, teologia della prosperità, ricerca immanentista senza impegni fraterni, categorie con cui Francesco nella sua enciclica (cf EG 90) descrive il fenomeno delle nuove religioni orientaliste. Penso tuttavia che queste categorie possono servire pure a noi, laici cristiani, per una lucida autocritica...
Infine a pg 75-76, la citazione di Cencini il quale sostiene che per conoscere il cuore di un uomo basta soltanto sapere che cosa lo fa o lo farebbe gioire.