domenica 11 ottobre 2015

La filosofia come servizio



«L’uomo può trovare nella filosofia quelle ali che gli permettono di volare molto in alto, e di realizzare, in questo continuo cercare, la sua vera natura», disse un giorno il noto filosofo, recentemente scomparso, Giovanni Reale ad un suo studente, che si era lamentato con lui nel non riuscire a trovare nella filosofia quelle risposte definitive che desiderava.
L’incontro avvenuto recentemente, il 9 ottobre scorso, nell’Auditorium dei Poveri con la reatina Francesca Nobili, docente di Filosofia e Storia presso il Liceo scientifico “Carlo Jucci”, mi ha rimandato alle parole del Reale. La professoressa Nobili, studiosa del pensiero del filosofo inglese John Locke (1632-1704), padre del contrattualismo liberale, ha saputo parlare in maniera semplice e chiara ad un folto pubblico, tra cui i suoi studenti, di temi filosofici molto importanti legati alla presentazione di un suo piccolo volume riguardante un’opera classica di Locke, il “Trattato sul Governo” pubblicata verso la fine del Seicento. Si è discusso di libertà, di senso della vita ma anche di desiderio e di passione per la ricerca.
La filosofia, infatti, secondo la Nobili offre un servizio molto prezioso alle persone e soprattutto ai
giovani in un tempo disorientante e disorientato, nel quale mancano punti di riferimento, idee come valori e ideali. Per lei si può tornare alle grandi idee, allora, solo attraverso lo studio della filosofia. Il ritornare alle idee significa il portare avanti il ritorno di un vero e proprio umanesimo liberale. Il senso ed il significato che si cerca oggi è sempre nell’oltre, in quanto non è evidente e manifesto in superficie. L’opera di Locke permette questa riflessione sul senso, a partire da una riflessione su di una libertà che non deve essere considerata pura formalità. L’individuo è libertà ed è chiamato a riempire di contenuto la libertà che egli stesso è.
La filosofia porta la persona ad avere un pensiero critico sulla realtà, cosa che oggi viene demandata alle varie agenzie di informazione. La mancanza del pensiero critico, però, può divenire molto pericolosa, in quanto è stato ciò che ha condotto l’umanità alle tragedie e ai genocidi del Novecento. Da qui l’invito rivolto da Francesca Nobili ai suoi studenti a non restare in superficie, ma a spingersi in profondità per trovare quel senso della realtà che si nasconde in essa. L’esortazione è quella di non fermarsi a recepire quelle che sono le teorie pre-confezionate che la società offe, ma a compiere la fatica ermeneutica della ricerca di senso. La filosofia ci dice che la realtà possiede un senso; compito dell’essere umano è scoprirlo.
Usando un’espressione platonica Francesca Nobili definisce la ricerca filosofica come un’attività “erotica”, ritenendola un anelito, una ricerca incessante e continua della verità compiuta con passione e desiderio da un essere umano che possiede la volontà di mettersi in gioco.

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