Dinanzi ai fatti terrificanti accaduti in questi ultimi mesi riportiamo un articolo uscito su «La Croix» del 23-24 luglio.
Bossuet scrive che la morte di Abele per mano di suo fratello
Caino costituisce la “prima azione tragica” dell’umanità. Prima morte, primo
omicidio, prima tragedia. Come è potuta l’umanità degli esordi giungere così
rapidamente a un simile disastro? si chiedeva già il Midrash. Il racconto
biblico dell’assassinio è particolarmente ellittico: «Caino alzò la mano contro il fratello Abele
e lo uccise» (Genesi, 4, 8). Non si sa né esattamente perché né come. Alla
concisione misteriosa delle parole risponderanno le immagini degli artisti. Fin
dall’antichità l’uccisione di Abele è stata abbondantemente rappresentata. «Dal
sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria» (Matteo, 23, 35), bisogna mostrare il sangue perché il
sangue parli.
Quello di Abele, il primo a essere versato, proprio come il
sangue di Gesù, «dalla voce più eloquente di quello di Abele» (Ebrei, 12, 24). Il sangue versato ha il peso di una
parola che non si vuole mai sentire. Versare il sangue di un uomo è uccidere un
fratello. «Solo mi ucciderà la mano del mio pari» ricorda il poeta (Osip
Mandel’stam). Il primo peccato è l’assassinio. È in effetti proprio parlando
di Caino che appare nella Bibbia per la
prima volta la parola ebraica hat-tât che sarà tradotta con peccato. Rappresentare
il sangue versato è essere fedeli al testo biblico nel quale Dio ricorda
all’assassino che «la voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo»
(Genesi, 4, 10).
Il Midrash spiega così
che, non essendo ancora stato sotterrato nessuno, la terra si scandalizza del
sangue che si spande su di essa. Ma che cosa dice il sangue visibile per la
prima volta? Testimonia il silenzio di Abele, la vittima. Lui non ha parlato,
sia che non abbia fatto altro che ascoltare suo fratello, sia che la sua parola
sia stata ignorata o che lui abbia ignorato l’altro. I rabbini hanno voluto
dare un contenuto a questo dialogo fallito o impossibile: la discussione
avrebbe riguardato la condivisione del mondo, tra l’agricoltore sedentario e il
pastore nomade; o una donna; o ancora questo mondo e il mondo dell’aldilà.
Nessuna spiegazione
basta. L’assassinio interviene in questo racconto come una dimostrazione al
contrario di qualcosa che non era stato possibile dire prima, come un modo per
evitare una parola che non si voleva sentire. Quella dell’appello alla responsabilità
di sé: diventa padrone di te stesso e delle tue pulsioni. O il sangue di Abele
ricadrà su di noi.
di Fréderic Boyer
è il primo peccato?
RispondiEliminao conseguenza del precedente e (primo) peccato originale che fa allontanare l'uomo dall'Eden
Come sottolinea lei vi è una stretta correlazione tra il peccato compiuto contro l'essere umano e quello, originale, compiuto contro l'essere Assoluto. Ma, cosa interessante a mio avviso, è il notare come nella sacra Scrittura si utilizzi per la prima volta questo termine "peccato" per indicare un'azione malvagia che offende l'uomo prima ancora di Dio.
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