giovedì 22 gennaio 2015

Etty Hillesum. Umanità radicata in Dio


Riporto l'intervista fatta allo scrittore Michael Davide Semeraro da parte del giornalista Arnaldo Casali oggi pomeriggio presso la libreria Paoline di Terni in occasione della presentazione del suo libro Etty Hillesum: umanità radicata in Dio, Paoline, Milano 2013.
 
Casali: primo sentimento curiosità…poi guardando la vita mi è sembrata una donna molto emancipata. Molto apprezzata dalla Chiesa anche se non ho visto in lei né conversione né risentimento per ciò che ha fatto. Una spiritualità della ricerca interiore, molto individualista che fino vent’anni fa stata definita new age. Quello di Etty è un libro che ti cambia e che produce una crescita interiore in chi legge. Etty sembra una amica che ti dà dei consigli. Ricerca dell’Assoluto e fame di vita e dell’umanità caratterizzano il suo percorso. Come è possibile allora che la Chiesa l’abbia tanto apprezzata?

Semeraro: Etty Hillesum è un personaggio particolare. Il suo Diario a differenza di Frank, Weil… è stato chiuso in un cassetto fino al 1981. 11 quaderni giudicati non interessanti. Il suo percorso, brevissimo (2 anni), è profetico: una ragazza molto emancipata, fin troppo emancipata secondo le sue amiche, molto più prossima alla nostra sensibilità postmoderna che all’epoca a lei coeva. Etty Hillesum capovolge i fattori: è l’esperienza di trascendenza ad averla portata alla conversione morale (ma non alla morale!!!). Dalla bulimia (quello che mi piace me lo prendo) e dalla costipazione sui propri dolori e desideri all’essere una donna totalmente aperta agli altri fino alla scelta di morire (cosa che gli ebrei non lo hanno mai perdonato a lei). Etty Hillesum è la grande scommessa di un cammino spirituale che inglobi la complessità e la ambiguità (cfr. Thomas Merton). Lo spirito può animare anche una antropologia difettosa (modernità assoluta di questo personaggio!!!). Lei ci è vicina per aver accolto la drammaticità della sua struttura umana più l’inferno nazista. La sua esperienza ha un livello di compatibilità cristologica che raramente troviamo nei cristiani canonizzati. Basti pensare al perdono per il nemico: è riuscita a metabolizzare il problema del male senza scadere nella violenza. Non c’è nessun male attorno a noi che possa essere assolutizzato.

Casali: la Hillesum e la Stein…

Semeraro: si sono incontrate a Westerbork insieme alla sorella della Stein Rose e si intrattennero a parlare della loro infanzia. Sono morti in campo di sterminio il 75% degli ebrei olandesi. Etty vede le monache umiliate e private del loro abito ma rimane molto impressionata dalla loro calma…sembra che non abbiano mai lasciato il loro chiostro. Etty faceva parte del Consiglio ebraico poiché secondo la Gestapo il lavoro sporco con gli ebrei lo dovevano fare gli stessi ebrei. Ogni ebreo aveva diritto ad un solo zaino per partire (generalmente il mercoledì) ed infatti Etty si assilla nel domandarsi cosa mettere in questo zaino. Lei è cosciente dello sterminio ma non smette di pensare al dopo.

Casali: cosa ha vissuto il nazista per divenire così? Questa è la domanda che lei si pone dinanzi all’atroce spettacolo che vede.

Semeraro: il male ha il potere di farci girare intorno al male, divenendo preda del male (se ho un mal di denti divento un dente). Hitler non è il male ma secondo lei la maschera di turno del male. Lei non identifica il male con l’esperienza del male. Il male è una diminuzione del bene; lei vuole contestualizzare il male aumentando il bene. Etty cerca di stare dove la situazione la pone e di starci al meglio mettendoci del suo. Etty non identifica il male patito con il male assoluto.

Casali: ad Auschwitz ciò che veniva tolta era la dignità della persona…dove l’ha preso questo amore per tutti?

Semeraro: per Etty la questione della fede è una questione di pozzo e non di cisterna, come invece fa il catechismo. Devi scavare fino a che non trovi l’acqua dentro di te e non devi importarla da fuori. Quella di Etty è una esperienza molto personale senza essere individualistica, tanto che manifesta una grande apertura all’altro. Quando i suoi amici organizzano un finto rapimento per portarla in Inghilterra lei rifiuta poiché afferma che la sua vita non vale più degli altri (la Stein ha cercato invece di salvarsi sapendo di essere una grande filosofa). La propria unicità non deve superare le unicità degli altri. L’unica esperienza di unità interiore è scavare e così di unità con gli altri, poiché prima o poi ci incontreremo. Restringe la spazialità per guadagnare in profodità e, quindi, in condivisione con tutti.

Casali: come Pasolini…

Semeraro: sono personaggi che hanno saputo portare a compimento il loro percorso. Queste persone hanno avuto dei cammini in cui si sono fracassati e sgualciti e dai quali tutti però in seguito hanno potuto goderne in seguito. Il nazismo ha fatto sembrare che non ci fosse pericolo in quello che stava avvenendo…ha preso tutti alla sprovvista!

Casali: Etty ci richiama alla responsabilità. La vita è bella…

Semeraro: …anche se non la sperimento come tale, come è stato per Etty Hillesum.

Etty Hillesum è la negazione del primato della morale sulla mistica e noi siamo il frutto di questi qui.

 

Chiedo io:

Quale è il nuovo senso che la Hillesum vuole dare alle cose?

-          Il primo dovere per Etty è trasmettere che il male non ha vinto. È partita cantando per il campo di sterminio. Si deve trasmettere la luce e non il dolore vissuto…vorrei essere un balsamo per molte ferire. Con il male si scherza poiché prendere sul serio il male è già farlo vincere (ironia).

L’esperienza dell’inginocchiarsi…

-          L’inginocchiarsi in bagno. Lei fa l’esperienza fisica di poter entrare in contatto con lo spirito. L’inginocchiarsi è tutta la preghiera credendo che attraverso la terra si possa far esperienza dell’azione di Dio. La preghiera è il mezzo del contatto con la propria interiorità per non lasciarsi coinvolgere dal reale senza negare quello che sta avvenendo. La mia vita non è inutile ma irrilevante rispetto a ciò di cui facciamo parte ma di cui non siamo il centro.

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