mercoledì 30 marzo 2016

Il Cristo Risorto


"Il centro del messaggio cristiano è una persona, Gesù di Nazareth, crocefisso e risorto, nel quale viene anticipato l'uomo nuovo; nel quale si realizza la creazione nuova; grazie al quale si viene coinvolti in quella trasfigurazione, che prende il nome di divinizzazione".
Tratto da Il Dio fedele

martedì 15 marzo 2016

Hilary Putnam: il gigante della logica

È stato uno dei massimi esponenti della logica e della filosofia analitica del secondo dopoguerra il filosofo statunitense Hilary Putnam, morto domenica 13 ad Harvard, all’età di 89 anni. Era professore emerito di logica e di matematica all’università di Harvard, dove ha insegnato dal 1965 al 2000. Tra le sue opere spiccano Realismo e ragione (1983), Mente, linguaggio e realtà (1987), Matematica, materia e metodo (1993). Nel 2011 aveva ricevuto il prestigioso Rolf Scock Prize. Putnam si era laureato in filosofia all’università di Pennsylvania nel 1948 per poi specializzarsi in logica all’università della California a Los Angeles nel 1951. Iniziata la carriera accademica all’università di Princeton (1953-1961), si trasferì poi al Mit di Boston (1961-1965). Nel periodo in cui approdò ad Harvard, si dedicò anche all’impegno politico aderendo a posizioni pacifiste (erano gli anni della guerra in Vietnam) ed entrando a far parte prima del movimento Students for a Democratica Society e poi di un gruppo maoista interno a quello stesso movimento, i Progressive Labor Party. Filosofo dai molteplici interessi, Putnam aveva dedicato la sua attenzione in particolare a questioni di logica, alla filosofia della matematica, del linguaggio e della scienza.

lunedì 14 marzo 2016

Gustave Thibon: lo sguardo misericordioso

Risultati immagini per gustave thibonSabato 12 marzo abbiamo riflettuto con i giovani e i ragazzi dell'Azione Cattolica di Terni a partire da questo testo appartenente al "filosofo contadino" Gustave Thibon (1903 - 2001):



«Ti senti alle strette. Sogni l’evasione. Ma sta attento ai miraggi. Per evadere da te, non correre, non fuggirti: scava piuttosto in questo angusto spazio che t’è dato: vi troverai Dio e tutto. Dio non è un barlume al tuo orizzonte, Dio dorme nel più profondo di te. La vanità corre, l’amore scava. Se fuggi fuori di te, la tua prigione correrà con te e al vento della corsa ti si restringerà sempre più attorno: se ti immergi in te stesso, essa si spalancherà e diverrà paradiso».

venerdì 11 marzo 2016

Giobbe e Vattimo davanti alla misericordia

Sono proseguiti l'11 marzo gli incontri filosofico-teologici del THE FILOSOFICO a Fornole, vicino Amelia (TR). Si è parlato questa volta del pensiero debole del filosofo contemporaneo Gianni Vattimo, mettendone in luce i pericoli e le derive, per poi entrare nel vivo del libro biblico di Giobbe. Riporto qui di seguito la sintesi di quanto si è detto su Giobbe:



1.     Giobbe è capolavoro letterario del V sec. a. C. appartenente ai LIBRI SAPIENZIALI: Gb, Prv, Qo, Sir, Sap ai quali alcuni aggiungono impropriamente Sal e Ct



2.     Giobbe appartiene alla MESOPOTAMIA, terra ricca di proverbi, favole, miti…racconti che posseggono una sapienza NON solo RELIGIOSA:



a.     non filosofica

b.     legata all’esperienza umana

c.      che si pone delle domande riguardanti:

                                                                                                                                     i.      il destino degli individui

                                                                                                                                   ii.      l’arte del buon vivere

                                                                                                                                iii.      la relazione tra

1.felicità

2.ordine cosmico

3.esperienza del fallimento



3.     Vi è all’interno dei libri sapienziali il passaggio dall’UMANESIMO (di stampo orientale) all’UMANESIMO DEVOTO (di stampo israelitico) il quale presenta il problema della retribuzione personale da ricercare nelle risposte terrene



4.     Il personaggio di Giobbe (servo di Dio ricco e felice) a ciò risponde con l’ ADERIRE A DIO NONOSTANTE TUTTO:



a.     Elifaz, Zofar e Bildad sono tre eziologi per i quali vi è un legame tra sofferenza terrena, peccato e punizione divina

b.     può un giusto soffrire? la sua sofferenza è espiazione?

c.      Eliu difende Dio, rimprovera Giobbe ma Dio lo azzittisce!!!



d.     Giobbe si mostra PAZIENTE:

                                                             i.      lotta per trovare Dio mentre si nasconde

                                                           ii.      nonostante tutto continua a confidare in Dio e a crederlo buono

                                                        iii.      si pone in un atteggiamento di silenzio ed ascolto (conversione[1])



e.      Giobbe si mostra MISERICORDIOSO:

                                                             i.      prega per i suoi amici ottenendo così il doppio dello stato di prima

                                                           ii.      dona l’eredità non solo ai figli maschi ma anche alle figlie






[1] Giobbe aveva maledetto la notte del suo concepimento e il giorno della sua nascita.

La resurrezione: realtà di Dio e speranza dell'uomo

E' in libreria il mio nuovo saggio:

Il Dio fedele


La resurrezione è un evento storico? Abbiamo delle prove a sua testimonianza? Sono attendibili? Quale immagine offre il Risorto del volto di Dio e dell'uomo contemporaneo? Quale rapporto con la verità scientifica? Quale rapporto tra fede e ragione?




giovedì 10 marzo 2016

CORRI IN LIBRERIA!!!

E' uscito oggi in libreria il mio nuovo saggio

IL DIO FEDELE

 della TAU editrice:



La resurrezione è soprammobile della fede cristiana o porta aperta sulla novità? La teologia ha faticato a mantenersi all’altezza del mistero pasquale di Cristo. Ci si rende conto che non si può farne a meno, ma finisce facilmente tra i silenzi obbligati. La resurrezione non fa share. Perché? E’ un problema solo di credibilità? Eppure duemila anni di cristianesimo sono la testimonianza più seria di una fede capace di scrivere la storia (dalla Prefazione di Bruno Bignami).

martedì 8 marzo 2016

Sfide all'identità

Pubblichiamo qui l'intervento che terrà la Vicepresidente del Comitato nazionale italiano per la bioetica, la filosofa LAURA PALAZZANI, al Convegno Internazionale che si terrà alla Pontificia Università Urbaniana di Roma (9-11 marzo 2016) dal tema: Oltre l'individualismo. Relazioni e relazionalità per ripensare l'identità.

La velocità, la complessità, l’incertezza e la confusione degli ambiti tradizionalmente distinti sono i caratteri costitutivi delle tecnologie che stanno aprendo un nuovo capitolo della bioetica. Sono dette tecnologie emergenti o convergenti per indicare il dinamismo e la sinergia tra settori scientifici precedentemente separati — settori indicati nell’acronimo Nbic che include le nanotecnologie, le biotecnologie, l’informatica e le scienze cognitive — che prospettano un’innovazione ampia che potrà portare a una modificazione radicale dell’uomo e della stessa umanità. Si parla di una rivoluzione tecnologica o di una nuova ondata tecnologica. È un’ondata che sta seguendo due percorsi.

Il percorso dalla biologia alla tecnologia nella direzione di una progressiva trasformazione tecnologica delle parti del corpo e della mente fino all’esito estremo della costruzione di un uomo tecnologico. Si rompe il confine tra naturale e artificiale con la progettazione di sensori o computer indossabili che possono essere introdotti nel corpo e nel cervello per trasmettere con sistemi informativi un’enorme quantità di dati, con impianti e inserimenti di microchip nella corteccia cerebrale per scaricare i contenuti della mente o caricare la mente di contenuti informatici trasferiti da computer.
Viceversa, il percorso dalla tecnologia alla biologia con la creazione di macchine simili agli organismi viventi, la costruzione di robot umanoidi che possano interagire con l’uomo o interagire tra loro, la progettazione di tecnologie che imitano l’umano e lo sostituiscono.
La rivoluzione tecnologica ha e avrà possibili applicazioni estremamente diversificate. Alcune applicazioni in ambito medico per curare i malati. Ne sono esempi l’interfaccia cervello-computer per pazienti paralizzati, per controllare determinate azioni (comandare un braccio robotico o una sedia a rotelle, sintetizzare un set definito di parole, scrivere con una tastiera virtuale); la produzione di robot per la diagnosi clinica, la chirurgia, l’assistenza; la riproduzione di modelli artificiali del cervello umano per sostituire organi sensoriali (visione, udito, olfatto artificiale); la progettazione di computer in grado di interpretare lo stato fisiologico dell’utente e di esprimere emozioni per malati di autismo.
Le stesse tecnologie possono avere anche applicazioni in ambito non medico, ossia in ambito ludico, sportivo o della vita quotidiana, per scopi di potenziamento oltre la terapia, aumentando le capacità fisiche o psichiche di individui sani. Si parla di nuove tecnologie intime (intimate technologies) per descriverne la invasività: tecnologie non solo vicino a noi e tra noi, ma anche come noi, su di noi e in noi.
Il dibattito teorico, agli inizi, ha delineato la divaricazione tra i bio-ottimisti tecnofili che esaltano le tecnologie emergenti e i bio-pessimisti tecnofobi che avanzano molte perplessità.
È indispensabile una riflessione che rimetta in gioco la questione dei limiti di modificazione dell’uomo e della natura umana alla luce della difesa della dignità umana, dell’integrità fisica e psichica, della sicurezza, della libertà nei confronti della invasività tecnologica, della possibilità di sviluppo della persona in condizioni di giustizia. Nella convinzione che la fioritura umana autentica non consiste nell’accumulo di risultati di eccellenza ottenuti artificialmente e tecnologicamente, ma consiste nello sforzo personale, virtuoso, nella vita per la realizzazione di sé.