A quattro secoli di distanza dal primo
processo a Galileo, la Commissione Cultura della Camera dei Deputati e
il Pontificio Consiglio della Cultura hanno rievocato stamani quella
storica pagina con un convegno a Roma, al quale hanno partecipato, tra
gli altri, anche religiosi e autorevoli studiosi.
La scienza ha dunque una sua legittima autonomia, ma scienza e tecnologia – ha osservato il prof. Massimo Firpo,
membro dell’Accademia dei Lincei – pongono serissime questioni morali.
Il caso Galileo – ha aggiunto – è anche emblematico per comprendere la
relazione tra Chiesa e storia:
"Il caso Galileo mi pare di riproporre ancora una volta la sua
straordinaria modernità non solo nell’ambito - oggi più vivo che mai –
del rapporto tra scienza e fede, ma in quello non meno sensibile del
rapporto tra Chiesa e storia, tra una Chiesa che ovviamente è e non può
non essere storia che si muove dentro la storia. Una Chiesa che cambia,
evolve, talora si contraddice e, come nel caso di Galileo, sbaglia. È
una Chiesa che in nome della verità di cui si sente depositaria, che
giudica la stessa storia, cerca di indirizzarla, guidarla secondo i suoi
criteri e i suoi valori. La bimillenaria durata storica della Chiesa è
senza dubbio una ragione dell’autorevolezza delle Chiesa e del suo
prestigio, della sua forza, della sua penetrazione sociale, della sua
identità. Ma quella bimillenaria storia è anche un fardello che rischia,
qualche volta, di diventare troppo pesante per traghettarlo tutto verso
il futuro".
La passione per la conoscenza ha dunque
segnato l’opera di Galileo. La sua non è la “vita raccolta di un
pensatore assorto ma quella intensa e combattiva dell’innovatore che,
conscio di una missione scientifica, deve sgombrare il campo dai
pregiudizi e scontrarsi con istituzioni che rappresentano dottrine
tradizionali”. Galileo – ha detto Flavia Piccoli Nardelli, presidente della Commissione Cultura della Camera – è l’emblema di una via nuova che si apre al metodo scientifico moderno:
“Galileo non è solo il simbolo della fisica moderna, di cui è
unanimemente riconosciuto come uno dei padri fondatori, ma anche quello
della passione intellettuale, dei suoi culmini e dei suoi limiti”.
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