sabato 5 settembre 2015

Umanesimo e totalitarismi del Novecento

Ieri pomeriggio a Dunarobba (PG) presso il Centro Studi "Piero Gauli" sito presso la Foresta Fossile si è tenuto un incontro al quale ho partecipato presentando il mio libro Incontrare Dio all'inferno. Ho cercato di mostrare come le tragedie del secolo scorso, ossia il nazismo, fascismo e comunismo, non siamo riuscite ad annullare la grande testimonianza d'umanità che si è toccata con mano in quei luoghi di disperazione,
nel campo di smistamento di Westerbork dove si trovava la letterata Etty Hillesum così come nel gulag delle isole Solovki, dove era stato recluso lo scienziato Pavel Florenskij.
In questi luoghi si è scatenata la brutalità della cattiveria umana, la quale però non ha impedito di far ritenere a queste persone che la vita fosse bella.
Mi è piaciuto così citare in quella sede, come esempio, il pensiero di Leon (Lev) Trotsky
(1879-1940), il quale è stato uno dei protagonisti delle rivoluzioni russe del 1905 e del 1917 ma anche un avversario di Stalin. Per questo motivo venne espulso dal partito comunista e mandato in esilio. Stabilitosi in Messico, non riuscì ad evitare comunque la persecuzione del regime comunista, in quanto il 21 agosto 1940 venne assassinato da un agente sovietico di origine spagnola, un certo Ramon Mercader, con una picconata alla testa.
Così Trotsky scrisse a conclusione del suo Testamento datato il 27 febbraio 1940, a pochi mesi dalla futura brutale morte: "La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza, e goderla in tutto il suo splendore".

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