venerdì 13 marzo 2015

I giovani, le emozioni e i sentimenti


Diversità tra il giovane della razionalità e il giovane della affettività e la società è attenta al primo più che al secondo. Occorre invece misurare anche l’affettività!!! La civiltà occidentale ha bisogno di parlare, di raccontare tutto anche quello che non sa. Il linguaggio e il pensiero non mostra l’affettività.

Razionalità è tutto ciò che nell’intelletto è ben localizzato e che non è detto che debba identificarsi solo con il principio logico di identità e di ragion sufficiente. A volte un giovane molto intelligente non è detto che non trovi difficoltà nel comportamento, che è guidato soprattutto dai sentimenti.

Distinguere le emozioni dai sentimenti. L’emozione è una sensazione che si ha a seguito di uno stimolo, terminato il quale anche l’emozione gradualmente scompare. È qualcosa di acuto provato dinanzi ad un evento inatteso per esempio e riguarda tutto il corpo. Il sentimento esprime un legame tra individui. Si avverte la presenza dell’assente, ossia lo si prava anche in assenza della persona che ci fa vivere quel sentimento. È come se quella persona l’avessimo interiorizzata (es. amore). Si ha bisogno di chi non c’è (cfr. Cantico dei cantici). Il sentimento è un legame che ci aiuta a vivere le incertezze per dare risposta alle nostre paure. Fa parte del nostro essere come necessità dell’altro.

La presenza dell’assente apre tutto il capitolo del sacro, del religioso (es. eremita).

Uno dei mondi vissuto dai giovani è il mondo o meglio i mondi di internet: esso dà emozioni ma non legami. Il tempo passato davanti a quelle immagini offre degli stimoli che non generano mai legami. Per questo è necessario aumentare sempre più lo stimolo per non scadere nelle assuefazioni. Internet non appaga il bisogno di sicurezza, di appartenenza che è proprio dei sentimenti.

L’affettività è fatta di emozioni e sentimenti ed io faccio l’elogio dei sentimenti non delle emozioni.

Educare vuol dire allora insegnare a vivere, “allevare” in un mondo che è nuovo affinché la forza dei giovani non sia solamente diretta verso il mondo di internet, dove ciò che non piace si clicca e scompare.

In tutto questo la famiglia deve essere il luogo dei sentimenti, dove il sentimento si fonda sul bisogno dell’altro. L’educazione non è qualcosa di decorativo ma è qualcosa di essenziale. La famiglia deve stabilire legami per educare.

La scuola non è scambiabile con la famiglia e la famiglia non può pensare di delegare alla scuola. La scuola stabilisce rapporti di stima, di interesse ma non è la famiglia. Sono due agenzie educative diverse!!!

Anche la comunità genera legami come essere parte di un insieme. Nella nostra società domina la “cultura” del nemico, mentre il sentimento genera la cultura del legame, della benevolenza.

Oggi è un grande problema il rapporto tra sentimenti e sessualità: quest’ultima viene privata del sentimento per essere una fonte di stimoli. Il corpo sembra essere ridotto solo a questo e non diviene più espressione del bisogno di unione e di donazione all’altro. Un mondo di emozioni è un mondo di commercio. I sentimenti invece costruiscono una storia, in quanto ogni uomo è una piccola storia, non è qualcosa di fermo. Fin troppo si è insistito sull’IO, anche nella psicologia, come se l’IO fosse all’origine di tutto. Invece è il NOI che deve essere messo al centro, in quanto l’IO dipende anche dalle persone che lo contornano.

Il termine felicità deve essere sostituito da “gioia”. Nella gioia è possibile una grande varietà di espressioni dell’uomo. La gioia appartiene alla famiglia, alla coppia, alla comunità. Dire IO significa dire egoismo, egocentrismo. Vuol dire costruire una società del potere. Il potere ha bisogno dell’altro per dominare.

Dall’IO al NOI: fragilità. Io sogno un umanesimo della fragilità dove la caratteristica fondamentale è il comprendere che ognuno di noi ha dei limiti, dove vi è il mistero (del dolore, del passaggio dal nulla all’essere). La fragilità è la condizione esistenziale propria dell’uomo. Afferma Rudolf Otto: “il sacro è una categoria della mente che percepisce il numinoso, tutti gli uomini percepiscono il sacro e le religioni sono il tentativo di dare una risposta agli interrogativi umani”.

La razionalità è una modalità importante per dare risposta alle questioni umane, che però possono aspettare. La scienza deve saper aspettare, in quanto non risponde ai bisogni primari dell’uomo. Per questi occorre il legame!!!

La nostra società non parla di futuro ai giovani, non ha progetti per i giovani. In questo modo la parte dei sentimenti è in profonda crisi e si parla di “consumo dei sentimenti” utilizzando una terminologia propria degli anni Sessanta per gli oggetti. Oggi sembra che i sentimenti debbano esseri buttati via.

La fragilità è una condizione umana e non una malattia: due fragilità insieme danno forza. L’uomo delle emozioni non costruisce insieme sicurezze.

Per aiutare i giovani a crescere è quindi necessario che cambino gli adulti!!!
di Vittorino ANDREOLI
psichiatra

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