Si è tenuto nel pomeriggio di sabato 21 marzo
2015 nell’Auditorium dei Poveri di Rieti la conferenza-dibattito del professore
Massimo Casciani su quello che può essere ritenuto uno dei nodi più controversi
e dibattuti della vita di Gesù Cristo. Fin dall’inizio, il noto insegnante, ha
mostrato come ogni anno siano molti gli scrittori e gli studiosi che non
perdono l’occasione di versare molto inchiostro per cercare di risolvere i
numerosi dubbi e le molteplici perplessità che provengono dalla narrazione
fatta dai quattro evangelisti della passio
Christi.
I vangeli ci narrano che il Nazareno fu
portato di notte davanti al Sinedrio, il quale era composto di ben 71 membri
tra sacerdoti, scribi, anziani, presidente e vicepresidente. Esso era l’organo
preposto alla amministrazione della giustizia, alla dichiarazione di guerra,
alla interdizione di una città e anche al sentenziare pene di morte, cosa
questa che poteva essere fatta solo riunendosi in una specifica sala, detta
delle pietre squadrate. Al sinedrio – ha spiegato il professor Casciani - era
vietato fare udienze notturne, di sabato o alla vigilia di una festa, e prima
dell’alba. Oltretutto prima di emettere la sentenza il sinedrio doveva
ascoltare almeno due testimoni per informarsi della veridicità dell’accaduto.
Tutto questo per Gesù non avvenne!!!
Perché è accaduto tutto questo? Il
conoscere l’esattezza di come si sono svolti i fatti quale contributo può
apportare alla fede del credente? Queste sono state solo alcune delle
molteplici interessanti questioni che la conferenza del professore di religione
reatino ha saputo suscitare in coloro che hanno partecipato. Secondo Casciani
diverse devono essere considerate le motivazioni che hanno portato alla
decisione di uccidere Gesù. Di sicuro non è bene trascurare i vari giochi di
potere che la predicazione e lo stile di Gesù, se accolti, sarebbero andati a
scardinare. Dall’altro lato, però, pensandola più positivamente, si potrebbe sostenere
che i sacerdoti volessero vedere da parte del Nazareno il compiersi di un fatto
straordinario per poter credere che lui fosse veramente il Messia, dato che
molteplici persone a quel tempo affermavano di esserlo e non potevano bastare
loro i miracoli che egli aveva compiuto.
Di sicuro, quella data a Gesù di
Nazareth, è stata una morte tremenda e crudele poiché si voleva che fosse
esemplare per tutti. E la specificità storica di questa morte, raccontata dagli
evangelisti non con i criteri di una biografia, consiste nell’essere stata
determinata da un processo “sui generis”, da una condanna ingiusta e da
un’esecuzione violenta.
Nel processo compiuto a Gesù – ha
sottolineato Massimo Casciani – è inoltre possibile ritrovare gli stessi
elementi e personaggi che spesso compongono i processi di tutti i tempi, da
Socrate ai giorni nostri, come, per esempio, i falsi testimoni e la folla, la
quale accusa e condanna, cambiando parere con estrema facilità.
Ma cosa dice all’uomo di oggi l’evento
del doppio processo a Gesù? Esso, secondo Casciani, rimane per tutta l’umanità
l’incredibile testimonianza di un Dio che vuole salvare l’essere umano divenendo
egli stesso l’uomo “peggiore” di tutti, facendosi uno “zerbino” per portare
ognuno di noi ad essere un vero “tappeto volante”.
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