Nel centenario della nascita di Etty Hillesum (1914) il mio libro vuole offrire una breve presentazione di colei che è accomunata ai grandi mistici del cristianesimo e che ha saputo ritrovare Dio in mezzo alla atroce tragedia del Novecento, la Shoah. Trasfigurata dalla fede divenne una donna piena di amore e di pace interiore, giungendo addirittura a perdonare e ad amare le stesse guardie naziste che la uccisero. Il Novecento presenta anche la testimonianza della conversione di un altro martire della fede, lo scienziato russo Pavel Aleksandrovic Florenskij. Egli seppe riemergere da una educazione prettamente agnostica, che aveva ricevuto fin da giovane, ed intraprendere così la via della bellezza per approdare alla sapienza dell'amore e alla conoscenza della Verità. La brutalità della cattiveria umana li ha accomunati senza però soggiogarli. La ricerca della verità, infatti, ha travolto le loro vite conducendole all'incontro con l'Assoluto, proprio nel momento in cui si negava la sua esistenza.
Il libro del professore Beltrami su Etty Hillesum seppure breve rappresenta tuttavia un racconto sostanziale e di lettura scorrevole.
RispondiEliminaCon 18 anni, la protagonista si trasferisce ad Amsterdam per fare studi universitari. Lì diventa la compagna, per 5 anni, da un vedovo proprietario della pensione dove abita. Poi, l'incontro con il “terapeuta chirologo” Spier che la inizia nella meditazione quotidiana di autori del calibro di Bonhoeffer, Agostino, Kierkegaard, Kempis ed anche il grande poeta tedesco Rilke. Spier, l'ostetrico dell'anima di Etty, il mistagogo che diventa il suo amante nonostante i suoi 20 anni in più... Debolezza umana? Confusione di ruoli? Agostino, Kierkegaard, Rilke ma... ? Niente è perfetto... Di seguito, Etty deve confrontarsi con il nazismo. All'inizio della persecuzione, ella lavora nel consiglio ebraico di Amsterdam ma rinuncia quando capisce che il consiglio è un organismo di controllo dove tedeschi e ebrei decidono quali altri ebrei devono essere deportati come manodopera (cf p.43; questo fatto verrà denunciato da una sua connazionale, cf Hannah Arendt, “La banalità del male, Eichmann a Gerusalemme”) A questo punto, ella chiede di passare a un campo per “divenire” assistente sociale dei deportati (qui, nel rispetto delle diverse figure professionali, penso che non si può diventare psicologo, avvocato, medico, insegnate ma neppure assistente sociale senza un percorso accademico specifico, perciò credo non sia appropriato citare alla protagonista come una “assistente sociale) Etty viene trasferita finalmente ad Auschwitz dove muore martire assieme ai suoi genitori.
Penso che il suo merito, il suo “miracolo” è stato l'”emergere”, il vincere nel contrasto con due situazioni, due contesti in cui ella si posiziona in un rapporto di forze nettamente sfavorevole: per primo l'influsso negativo della società del suo tempo sul suo essere fragile poiché giovane, poiché donna, poiché solitaria e talvolta anche depressiva e ansiosa; in secondo termine la Hillesum affronta l'inferno di Auschwitz ma adesso con una maturità umana e religiosa che da un senso certo alla sua esistenza. In questo modo, la sua vita ha il significato di una vittoria, quella dello spirito sulla materialità, sia del suo contesto sociale, sia dell'orrendo sterminio nazista.
La sua crescita umana gli permette, come abbiamo visto, di dimostrare la sua tensione etica di fronte alla banalità del male nazista, gli permette pure di riscoprire il suo femminismo: le donne devono attingere le proprie forze dalla vita stessa e mai da un uomo come accade spesso (cf p.30). La sua crescita spirituale la porta a confessare la sua fede in un Dio pieno di amore che si nutre dalla meditazione assidua dei grandi autori cristiani suddetti senza esprimere mai un atto di fede in Gesù come Figlio di Dio. La sua spiritualità si commenta da sola:
Gli uomini spesso si preoccupano di preservare i loro corpi e le loro cose diventando ricettacoli di angoscia e odio; devono essere invece ricettacoli di Dio (cf p.36)
Dio ha il potere di trasformare i cuori, piuttosto che esaudire i nostri desideri (cf ib.)
Non lasciare che si spenga mai il fuoco dell'amore da lui acceso (cf ib.)
Spezzare il proprio corpo e farsi pane per gli uomini“cosi affamati da tanto tempo”(cf ib)
Preghiera nella realtà: ella vuole rimanere in mezzo agli orrori e poter affermare tuttavia che la vita è sempre bella (cf 33)
L'amore per la bellezza: la bellezza come sinonimo di Dio (cf 31)
L'importanza del silenzio per non accrescere il grande equivoco di un mondo troppo loquace (cf 32)
A modo di conclusione penso che la Hillesum sia un esempio di come partendo dal basso, si possa raggiungere una umanità e una religiosità così compiute, a cui nulla manca tranne forse la esplicitazione di un pensiero politico che faccia riferimento ai diritti umani, alla giustizia sociale e ad altri temi collegati che impegnano a molti operatori sociali del nostro tempo.
Gabriel Maine
dalla latinoamerica,
TL (Teologìa della Liberaciòn)
Ho letto la 2” parte del libro che tratta su Florenskij. Mi ha sembrato un uomo straordinario sia per la sua grande intelligenza, sia per la sua enorme sensibilità, sia perché riesce ad integrare in se vita e pensiero, fede e cultura, sentimento e ragione, analisi e intuizione, parola e azione, scienza ed arte, rigore speculativo ed integrità morale (cf pg 49).
RispondiEliminaMi ha piaciuto anche la sua concezione dell'arte come porta di accesso all'Assoluto: “l'icona permette al mondo invisibile di farsi presente in quello visibile (cf pg 77). Il frutto della contemplazione dell'icona è la quiete interiore. L'orante ha sete di Dio e dinanzi alla icona percepisce un risveglio di questa sete”.(cf pg 78)
Infine Florenskij, segnala il professore Beltrami, “aderisce alla fede e non rimane indifferente NEMMENO alla questione sociale”(cf pg 54) Oggi l'umanità ha preso maggiore coscienza della questione della giustizia sociale. Oggi si capisce meglio che per fare un percorso evangelico serio è impensabile prescindere di questo valore così umano, così divino, così laico, così biblico. La sensibilità sociale tradotte in un vero agire costituisce la prova sicuramente più dura dell'autenticità della nostra testimonianza evangelica.
Gabriel Maine, TL (teologia della liberaciòn latinoamericana)